Nella mia carta d’identità c’è scritto: professione scrittice. Una sparata in Comune quando la signorina chiese che lavoro facevo, “disoccupata” mi suonava male. Avevo vent’anni. Nei successivi rinnovi la professione è rimasta costante, malgrado non avessi mai pubblicato niente, non ci provavo neppure, scrivevo e basta. Scrivevo e vivevo, disordinata in entrambe le cose. Appartengo alla generazione di ragazzi degli anni ’70 minati dall’eroina. Nonostante la mia forte propensione alla decadenza e la pigrizia profonda, c’è in me anche lo spirito del combattente. Ho cercato la forza nel viaggio, nella natura, in persone e animali, nella scrittura, nel ridere. Ho vagabondato per anni facendo lavori provvisori, non mi son costruita nessun tipo di futuro. Alle soglie di fine millennio la mia vita ha preso una svolta stellare, come dice un amico. Ho chiuso una volta per tutte con la roba e mi son messa a scrivere seriamente. L’uso del pc, fino ad allora fantascienza, è stato fondamentale nel processo di riordino di due valigie piene di fogli dattiloscritti pasticciati. Nel 2005 esce con
Effigie la mia prima raccolta di racconti
“La virgola nell’orologio” e nel 2006
“Ultimo piano senza ascensore”. In questi libri racconto il mio mondo, i miei amici, la mia famiglia, le storie che m’hanno affascinata. Racconto la mia fatica di vivere ma anche momenti sfrenati di riso e di gioco in un teatrino pulsante.
Nel 2007 sono usciti un paio di racconti nelle antologie collettive “Nuova Prosa” e “Pronti per Einaudi”, pensavo di riuscire a sfornare la mia terza fatica “Cuore a tre foglie”, un romanzo autobiografico ambientato a Parigi nei primi anni ’80, ma ho deciso di prenderla con calma. Le rifiniture son sempre la parte più pesante, ossessiva, allora per staccare, sperimento altre forme di scrittura, tipo sceneggiature oppure imbastisco storie di pura fantasia, dalla fantascienza al noir, al comico, giusto per vedere cosa salta fuori, un giorno ci farò qualcosa. Nelle valigie m’aspetta ancora molto materiale autobiografico da sistemare e perlomeno ho una certezza, nei prossimi anni il lavoro non mi mancherà, succeda quel che succeda.
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2 commenti:
hola toni, soy david, il tronco. me encanta saber de ti y mas por entender que has logrado tu sueño de escribir. no te olvido chocho
me encantaria poder hablar contigo.
ahora llevo una vida desde hace tiempo que llaman normal. un beso y un apreton en el culo. el tronco
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